Roma: amore, tempo e follia

di Alessandra Muntoni

Per inaugurare questa nova serie di argomenti della PreS/Tletter, volutamente controcorrente, scelgo un messaggio positivo. A Roma va di male in peggio. Durante questa torrida estate interi quartieri sono rimasti senz'acqua e il lago di Bracciano ha rischiato il collasso per rifornire la capitale. Non solo i boschi e le pinete sono andate a fuoco, ma anche gli autobus e non credo per autocombustione.


I lavori per la Metro C sono nuovamente bloccati, in altre sono finiti i biglietti e nessuno ritira le monete inserite dai passeggeri nelle macchinette per acquistarli. Alcuni asili nido sono infestati dai topi, mentre i fondi stanziati mai utilizzati sono ormai perduti. La sporcizia delle strade, la loro pavimentazione e segnaletica ha raggiunto livelli insostenibili. Il degrado di Villa Borghese e Villa Glori è allarmante. La questione delle discariche di immondizie ripropone, in peggio, questioni che abbiamo già visto durante la Giunta Marino. In crisi le più grandi aziende romane. Il pasticcio dello stadio per la AS. Roma persiste… Il sindaco Raggi è stata rinviata a giudizio per falso e si è dichiarata ben contenta per aver scampato l'accusa di abusi d'ufficio.

Si potrebbe continuare ma mi fermo qui, sterzando in un'altra direzione.

La mia amica pittrice Paola De Rosa, il cui lavoro artistico sto seguendo da qualche anno, mi ha proposto di collaborare con lei al progetto Uno Sguardo per Roma, indagine a confronto tra architetti, dei quali lei propone una serie di ritratti, e l'effetto delle loro opere realizzate nella nostra città.

Paola ha da sempre frequentato il ritratto, accompagnando le sue mostre a soggetto con le immagini di architetti, storici e scienziati.
«Ultimamente, scrive, sono tornata a ripensare al ritratto ad acquerello, con una precisa volontà: cercare il “ritratto della follia”. Qualcosa stava riemergendo dai volti che avevo acquerellato in passato. Una follia addolcita, lontana dal suo significato clinico. Una spinta lucida e irrazionale che mi coglie ogni qualvolta mi decido a scegliere un'immagine da ritrarre, quasi sempre volti di intellettuali il cui sguardo mi colpisce; ed è proprio in questi sguardi che io colloco la “follia”: una sorta di alienazione nell'esercizio dell'intelligenza».

Sì, può sembrate follia ritrovare nel colloquio tra architetti, amministrazione e cittadini, la possibilità di tracciare le linee di un programma che migliori le condizioni di Roma. Ma è un azzardo affascinante.
Cominciamo con un'immagine di Paola: Roma vista, o meglio attraversata, dallo sguardo penetrante di Mario Fiorentino, e poi il ritratto di tre architetti: Mario Ridolfi, Maurizio Sacripanti e Renzo Piano, protagonisti di molte positive trasformazioni architettoniche.


Continueremo a perlustrare la città squadernando idee e opere degli architetti che, senza paura e immaginando l'impossibile, hanno lasciato tracce di un'idea di rigenerazione urbana complessiva da rilanciare. Tenendo conto, ovviamente, delle rivoluzioni dell'era elettronica.